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  1. Batterie al glucosio
    impianti neurali che sfruttano il glucosio

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    Impianti neurali
    ingegneria
    By Claudio Gaboli il 21 June 2012
     
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    La prestigiosa facoltà di Boston, l'MIT appunto, ha recentemente pubblicato i risultati di una nuova tecnologia applicabile in ambito medico/biologico. Un team di ingegneri ha infatti creato una batteria alimentata dal glucosio. Già la Sony stava testando questa tecnologia, per poter un giorno sostituire le batterie al litio, ma in questo caso l'applicazione ha quasi dell'incredibile.
    Questa batteria, delle dimensioni non superiori ai sei centimetri, potrà essere impiantata nel cervello per funzionare grazie al glucosio presente nel liquido cerebrospinale.
    Il dispositivo, privo di componenti biologiche, è formato da un catalizzatore di platino che "strappa" gli elettroni dal glucosio, imitando gli enzimi che lo degradano per produrre energia.
    Senza ombra di dubbio un grande passo avanti nel campo della medicina che si occupa di impianti neurali destinati a persone paralizzate.
    La batteria è infatti in grado di fornire centinaia di microwatt, più che sufficienti a questo genere di impianti.
    Ci stiamo avvicinando alla fusione tra uomo e macchina? Secondo me se il fine è quello di aiutare persone che hanno subito gravi danni all'apparato neurale ben venga!
    Immaginate l'applicazione che potrebbe avere con le ultime protesi ultratecnologiche come il braccio robotico che può essere comandato da impulsi neurali... "Mind-Controlled Robotic Arm to Transform the Lives of the Paralyzed" [http://inhabitat.com/mind-controlled-robotic-arm-to-transform-the-lives-of-the-paralyzed/]




    [URL=http://inhabitat.com/mit-develops-new-glucose-powered-fuel-cell-for-future-medical-implants// URL]

    [URL=http://www.spectanews.com/mit-engineers-develop-glucose-based-fuel-cell-to-be-used-in-neural-implants.html/ URL]

    Edited by Federico Saltarin - 21/6/2012, 15:59
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Comments
  1. Federico Saltarin
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    Ne avevo già sentito parlare, la trovo un'idea molto interessante. Non so esattamente come e quanto bene possa funzionare e infatti mi interesserebbe approfondire l'argomento. Credo sia un'invenzione piuttosto geniale, anche perchè di glucosio ne abbiamo parecchio e non credo che ne serva molto per la batteria. Non so se possa essere un problema l'ossidazione del glucosio perchè credo che venga ridotto naturalmente dall'organismo stesso e in più non sono probabili dei danni alle cellule nervose, perciò credo che sia una tecnologia piuttosto valida applicabile per esempio alla cura di lesioni neurali lievi oppure patologie quali, magari, il Parkinson o altre in cui è compromesso il segnale elettrico.
     
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  2. Antonio Poianella
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    Per quanto io non veda l'ora di assistere alla guerra dei cyborg, non riesco a vedere la significatività di questa invenzione, ovvero qual'è la differenza tra l'utilizzo di una batteria interna al glucosio e l'utilizzo di una batteria tradizionale esterna?
     
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  3. Federico Saltarin
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    Non so se ho capito il tuo dubbio (Che batterie esterne intendi?) ma il vantaggio è che questo tipo di batteria ha praticamente energia infinita, per esempio. Ed è + comoda, in generale.
     
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  4. Antonio Poianella
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    Non mi sembra poi così comoda se richiede un'operazione al cervello o al midollo spinale per essere inserita; per quanto riguarda un arto artificiale è sicuramente meglio mettere la batteria nell'arto. Certo se si riuscisse a modificarla in modo da sfruttare il glucosio nel sangue (e qui credo che l'avversario più difficile sia il rischio di rigetto) il numero di possibili applicazioni crescerebbe a dismisura. Ma se per produrre energia deve venire a contatto con il liquido cerebro-spinale, allora l'unico utilizzo che riesco a vedere è negli impianti localizzati esclusivamente nel sistema nervoso centrale.
     
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  5. Federico Saltarin
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    Si esatto, infatti io mi riferivo a casistiche più problematiche da risolvere o curare rispetto alla perdita d'uso di un arto: come il sopracitato parkinson o altre malattie neurodegenerative. Non sono sicuro che possa essere la soluzione ma credo possa aiutare parecchio. E per il sangue penso anch'io sia una bella idea però in effetti non credo sia possibile.
     
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  6. Claudio Gaboli
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    Sicuramente fare un impianto del genere è prerogativa di casi particolari, per casistiche "normali" potrebbe non convenire l'operazione chirurgica, comunque l'uso di batterie esterne è sicuramente più complicato come gestione. Per gli arti artificiali io intendevo il controllo con impulsi neuronali, quindi quella batteria servirebbe solo da supporto al trasmettitore dei segnali, per i movimenti dell'arto ci saranno poi batterie esterne.
     
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  7. Antonio Poianella
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    Di solito i segnali ricevuti da una protesi bionica sono quelli inviati tramite i nervi; se questi sono danneggiati o assenti bisogna comunque fare un collegamento fisico e allora non importa dove è generata la differenza di potenziale (ciò a meno di trasmettere gli impulsi via radio). Perciò l'unico utilizzo che vedo per questo tipo di batteria è nella costruzione di nervi artificiali collegati ad organi biologici ancora funzionali.
     
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